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Al S. Croce valvole aortiche più durature anche con interventi “TAVI”

10 maggio 2024 | 10:11
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Cuneo tra i primi Centri in Europa e primo Centro in Piemonte a utilizzare le nuove protesi. Il risultato è una maggior durabilità delle valvole impiantate senza intervento chirurgico. Lo scorso 9 maggio il primo intervento di qusta tipologia su di un paziente affetto da stenosi valvolare aortica 

E’ la settimana del lancio in tutta Europa della nuova valvola aortica TAVI (Edwards Sapien Ultra Resilia) e l’Ospedale S. Croce e Carle di Cuneo risulta tra i primi Centri europei, primo Centro in Piemonte e Liguria a impiantarla, il 9 maggio, in un paziente affetto da stenosi valvolare aortica. La Cardiologia e la Cardiochirurgia di Cuneo, ancora una volta, offrono le tecnologie più innovative ai loro pazienti.

“E’ un grande traguardo – afferma Roberta Rossini, direttrice della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle -, il risultato di una organizzazione efficiente, che crede nell’innovazione e lavora ogni giorno per garantire ai propri pazienti le cure migliori. Questo risultato non si sarebbe mai potuto raggiungere se la macchina organizzativa, che va dalla Direzione strategica dell’Azienda, guidata dal dottor Tranchida, agli uffici amministrativi e alla farmacia ospedaliera non avessero creduto nel progetto e lavorato in modo sinergico per raggiungere l’obiettivo comune”.

La nuova valvola Resilia – continua Maurizio Roberto, direttore della Cardiochirurgia del S. Croce – grazie ad un innovativo trattamento, ha dimostrato ottimi dati di durabilità negli anni. Fino ad ora, in Europa, era disponibile solo la versione impiantabile chirurgicamente. Da oggi, invece, la stessa valvola potrà essere impiantata anche in modalità mininvasiva, passando da un’arteria della gamba, senza necessità di intervento chirurgico”.

“Le caratteristiche della valvola, già ampiamente utilizzata negli Stati Uniti e in Giappone, consentono di superare i limiti delle valvole aortiche impiantate mediante intervento di TAVI (transcatetere), gravate da una più rapida degenerazione rispetto a quelle posizionate mediante intervento chirurgico tradizionale” afferma il cardiochirurgo Omar di Gregorio, che insieme ai colleghi Giorgio Baralis e Roberta Rossini ha condotto l’intervento.

Questo fatto aprirà sicuramente nuovi scenari, con la possibilità di estendere queste procedure mininvasive anche a pazienti più giovani, fino ad oggi candidati invece alla chirurgia tradizionale per il rischio di degenerazione più precoce delle valvole in caso di TAVI.

“Il paziente che abbiamo trattato oggi – conclude il dottor Baralis – ha affrontato la procedura da sveglio, ha parlato con noi durante l’intervento, e potrà tornare nei prossimi giorni alle sue attività, in quanto il recupero è estremamente rapido. Ringraziamo il gruppo dei cardio-anestesisti e tutto il personale del comparto che, con competenza e dedizione, rendono possibile tutto ciò”.