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«Fotovoltaico, in Piemonte meno rigidi vincoli burocratici e impianti in cave dismesse»

17 marzo 2024 | 12:06
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«Fotovoltaico, in Piemonte meno rigidi vincoli burocratici e impianti in cave dismesse»
Paolo Bongioanni

In Regione un ordine del giorno di Paolo Bongioanni (FdI) a sostegno della produzione di energia pulita

Una gestione intelligente e meno burocratica del fotovoltaico che consenta l’installazione di nuovi impianti in cave dismesse e inutilizzate e su strutture galleggianti in bacini idrici idonei allo scopo, e che allenti i troppi vincoli imposti al Piemonte. È l’impegno che il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Paolo Bongioanni chiede alla Regione Piemonte attraverso un ordine del giorno presentato all’Assemblea di Palazzo Lascaris.

«Per l’incremento dell’energia da fonti rinnovabili – spiega Bongioanni – la normativa europea, nazionale e regionale già oggi autorizza l’installazione di impianti fotovoltaici anche nelle cave e miniere cessate, non recuperate o abbandonate o in condizioni di degrado ambientale, e anche su strutture artificiali galleggianti nei bacini idrici o a copertura di canali che presentino caratteristiche rigorosamente definite dalla legge. Tuttavia tale quadro legislativo oggi risulta esageratamente complesso, rigido e burocratico. Per questo chiedo alla Regione Piemonte di avviare un processo, condiviso con gli enti locali e i soggetti coinvolti, che promuova una semplificazione amministrativa, urbanistica e legislativa nel settore delle energie rinnovabili e consenta il recupero delle cave dismesse con l’installazione di strutture fotovoltaiche o solari».

I sistemi di fotovoltaico in cava sono universalmente riconosciuti come soluzione ottimale per la produzione dell’energia, con evidenti ricadute positive sia sul piano economico che ambientale, perché portano con sé aspetti virtuosi come la riqualificazione territoriale, produzione di energia rinnovabile, riduzione del consumo di suolo vergine o agricolo, possibilità di compensare gli investimenti in fotovoltaico con progetti di rinaturalizzazione di altre aree degradate o molto antropizzate.

La stessa rigidità normativa si riscontra tuttavia anche nelle limitazioni imposte dall’Europa sulla possibilità di installare impianti di produzione di energie rinnovabili nei siti della rete di Natura 2000: lo strumento di politica ambientale dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, che in Piemonte interessa oltre 400 mila ettari – pari a ben il 15,91% del territorio – bloccando qualunque suo coinvolgimento nella produzione di energia green e quindi la possibilità di contribuire in modo positivo al bilancio energetico delle rinnovabili sul territorio regionale. «Per questa ragione – illustra Bongioanni – con quest’ordine del giorno chiediamo anche alla Regione Piemonte di promuovere vincoli meno stringenti per l’installazione di strutture fotovoltaiche a ridotto impatto visivo nelle aree inserite nella rete Natura 2000 e nel sistema regionale delle aree protette. Ovviamente fatto salvo il rispetto degli impegni nazionali e comunitari in materia di tutela ambientale e del paesaggio».

Un ordine del giorno, quindi, che impegna il Piemonte a un deciso cambio d’approccio nel rapporto fra tutela e recupero del territorio e il sostegno alle proprie energie rinnovabili. L’analisi di Bongioanni: «Siamo ormai tutti consapevoli che le rigidità ideologiche che per troppo tempo hanno costituito un fronte di divisione oggi vanno superate, per arrivare a una politica green realistica e pragmatica che possa essere allo stesso tempo strumento di tutela, rispetto ambientale e di crescita del territorio. Gli strumenti normativi ci sono già tutti. Dobbiamo soltanto renderli meno burocratici e più aperti al futuro. È un impegno di cui ora gettiamo le basi, e che con Fratelli d’Italia mi impegno a portare con ogni mezzo a compimento nella prossima legislatura».