Aiutiamo i monaci di Pra ‘d Mill
Del monastero fa parte anche la foresteria che purtroppo ad oggi a causa delle limitazioni per l’emergenza coronavirus da DPCM non posso accogliere più ospiti
Bagnolo Piemonte. Il monastero di Pra ‘d Mill fa parte dell’Ordine Cistercense. I cistercensi amano Dio, e la strada per cercarlo e trovarlo è una vita semplice che passa attraverso l’esperienza: la preghiera, il lavoro manuale, lo studio, la vita insieme come fratelli che si amano, tutti momenti che rendono viva e vera l’esperienza di Dio. Ecco quello che cercano di vivere a Pra ‘d Mill.
Il monastero Dominus Tecum, dopo quasi venti anni di presenza in Piemonte appare ben inserito sia nel contesto ecclesiale che in quello sociale. La sfida oggi è quella di far vivere un’antica tradizione monastica, sempre valida, ma che ha dovuto in ogni tempo radicarsi nel “terreno” in cui è vissuta.
Del monastero fa parte anche la foresteria che purtroppo ad oggi a causa delle limitazioni per l’emergenza coronavirus da DPCM non posso accogliere più ospiti.
Questo significa per i 14 monaci qui presenti meno introiti. Come aiutare il monastero? Acquistando i loro prodotti perchè come esorta san Benedetto, cercano di vivere del lavoro delle loro mani e quindi offrono ciò che producono: confetture, miele e prodotti alimentari sono frutto del lavoro di fratelli impegnati nell’azienda agricola del monastero Società Agricola Pra ‘d Mill.
Molte confetture sono semplici: mele, pere, pesche (tutte al limone), kiwi, albicocche, prugne e ‘ramassin’; poi vengono le confetture più “locali”: lamponi, more, mirtilli, crema di castagne. Altre invece sono chiamate “speciali” perché più lavorate, come se avessero “un’aria di casa nostra”: albicocche e mandorle, mele alla menta, mele al caffè, mele con cacao e amaretti, mele e noci, mele al cedro, mele e uvetta, sambuco, pere alla lavanda, pere al cioccolato, pere allo zenzero e pere al vino, pesche al timo serpillo, zucchine con arancia, zucca al limone. La cottura sotto vuoto e l’assenza di conservanti fa risaltare ulteriormente la frutta, conservandone tutte le proprietà.
Per quanto riguarda il miele essendo il monastero situato a quasi 900 mt di altitudine, assume le caratteristiche di un prodotto di montagna, caratterizzato dall’abbondante presenza di castagni, ma addolcito e impreziosito dalla grande varietà di alberi (ciliegi, tigli, acacie, sambuchi, …), di arbusti (biancospino, bosso, piracanta, lavanda, rovo, …) e fiori di prato nei quali le allegre operaie si tuffano ritornando a casa con la sacca melaria piena di nettare o con due sportine della spesa piene di polline che servirà a nutrire le larve nel nido.
Al termine delle fioriture, i melari che erano stati posti sopra i nidi in primavera, vengono trasportati nel locale della smielatura, dove i favi sono disapercolati e centrifugati per estrarne il dolce contenuto dorato. Trascorso un altro mese per permettere la separazione degli ultimi frammenti di cera (fase di maturazione), il miele è pronto per essere invasettato e assaporato nelle nostre tavole.
“Viviamo del lavoro delle nostre mani” raccontano.